“Giovedì gnocchi”: di sicuro vi sarà capitato di imbattervi, prima o poi, in questa espressione. E di sicuro vi sarà capitato di trovarvi a tavola di giovedì in compagnia di un gustoso piatto di gnocchi.
Ma cosa significa, e da dove deriva?
Si tratta di un modo di dire tipicamente romano, che per la verità recita “Giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa“. Una sorta di calendario gastronomico che in certe trattorie, rosticcerie e case romane in primis — ma non solo — ancora oggi viene rispettato.
L’origine di questa espressione risale al Dopoguerra, quando le risorse scarseggiavano e c’era la necessità di razionare le provviste, per avere un’alimentazione equilibrata nel corso della settimana. Allo stesso tempo, questa usanza di cadenzare le pietanze consentiva anche di rispettare la tradizione cristiana dei “giorni di magro” — ovvero senza carne — in occasione del venerdì.
Gli gnocchi quindi, preparati con patate, acqua e farina e, a Roma, conditi col sugo di pomodoro, un piatto economico e allo stesso tempo sostanzioso, venivano preparati di giovedì, giorno a metà settimana che precede il digiuno del venerdì, giornata in cui era consentito consumare solo pesce e legumi. Da qui, la tradizione romana della ricetta ceci e baccalà, spesso presente nelle trattorie proprio di venerdì.
I pasti di magro del venerdì precedevano la più sostanziosa cucina del sabato quando, mentre le famiglie più abbienti acquistavano i migliori tagli di carne per il pranzo della domenica, alle classi povere restava il cosiddetto quinto quarto, e in particolare la trippa!
Ma torniamo al nostro detto: Giovedì gnocchi!
Il prossimo giovedì, per rispettare questa vecchia tradizione romana, mettetevi ai fornelli con l’aiuto di Patarò, che prepara i migliori gnocchi utilizzando solo patate e acqua, e sperimentate un condimento tipicamente romano, il cacio e pepe.
In pochi minuti porterete in tavola un grande piatto!